Testimonianza di C.
C. è un professore di circa 40 anni. Come emergerà nelle sedute, i disturbi da attacchi di panico sono connessi essenzialmente con la morte dei genitori. La mancata elaborazione del lutto e la rimozione del dolore sono strettamente intrecciati con le sottostanti e precedenti problematiche relazionali ed emozionali non risolte.
Ho iniziato a praticare il rebirthing tre mesi dopo la scoperta di soffrire di attacchi di panico. In realtà ho sofferto di attacchi di questo tipo per diversi anni, solo che non li identificavo in questo modo, bensì in più generici “malesseri”. Poiché erano abbastanza rari, non comportavano una modifica radicale del mio stile di vita, per cui per lungo tempo sono riuscito (inconsciamente) a far finta che non esistessero.
E’ stata l’intensificazione degli attacchi a convincermi che valeva la pena dare un nome a questi disturbi. Identificarli è stato il primo passo per cercare di superarli. Da lì è iniziata un’affannosa ricerca di metodi e strumenti (la psicoterapia e gli ansiolitici, essenzialmente) per “limitare i danni”.
Poi la scoperta, un po’ casuale (frutto di qualche ricerca su Internet), del rebirthing.
La prima seduta è stata scioccante: dopo un lungo colloquio, mi sdraio su di un lettino, in una stanza in penombra, con una musica che invita al relax di sottofondo, e inizia la respirazione. Mi aspetto di dover respirare in modo lento e ritmato, invece il ritmo è rapido e la respirazione profonda. In pochi minuti entro in una sorta di trance dove è difficile distinguere la componente emotiva da quella fisica: un forte formicolio attraversa gli arti superiori e inferiori, i muscoli si irrigidiscono, la testa è bloccata. Provo difficoltà a parlare e a respirare. Aumenta il battito cardiaco e la sudorazione. Ho un violento attacco di panico. Nella mente scorrono immagini del mio passato e l’inconscio comincia a liberare i propri fantasmi. Guidato dalla terapeuta, mi concentro sulla respirazione, e il blocco fisico comincia a ridursi. Progressivamente aumenta il rilassamento muscolare e cresce la sensazione di benessere.
La prima seduta già mi insegna qualcosa di importante: panico e paura non sono l’espressione di un disturbo fisico, bensì puri stati emozionali, sono frutto della mente e svuotando la mente dai pensieri negativi si possono sconfiggere. L’attacco di panico provato durante questa seduta era molto intenso; eppure ne sono uscito, senza bisogno di farmaci o di supporti particolari, solo respirando.
Negli incontri immediatamente successivi il disagio, seduta per seduta, si riduce; contestualmente cresce la consapevolezza del fatto che i blocchi di natura fisica (di cui l’attacco di panico è l’espressione più violenta) sono in realtà in gran parte la manifestazione di blocchi di natura energetica. Il respiro diventa una sorta di “strumento di lavoro” per scardinare le resistenze (inconsce) legate ai fantasmi del proprio vissuto. E’ questa la fase dei miglioramenti più repentini nella vita quotidiana: ricomincio a praticare gran parte delle attività che nella fase acuta degli attacchi di panico mi erano spesso precluse (guidare, prendere mezzi pubblici molto affollati, andare al ristorante…).
In questa fase le sedute mi aiutano essenzialmente a raggiungere una maggiore consapevolezza del sé. Si concentrano essenzialmente sulla rilettura del mio passato, di emozioni e sensazioni ben radicate ma delle quali sono stato a lungo inconsapevole.
Anche se questo risultato è di per sé già molto significativo, non lo ritengo tuttavia nel mio caso la fine del percorso né, forse, l’elemento più importante di tale percorso. Il rebirthing mi ha aiutato (e mi aiuta tuttora) a ricercare una diversa collocazione nel presente, poiché favorisce la disidentificazione con il proprio passato. Ovviamente non per negarlo, ma semplicemente per accettarlo così com’è. E’ questa, a mio parere, la vera condizione di “risveglio” alla quale una tecnica così semplice (nella sua realizzazione pratica) è in grado di condurre.
Insomma, anche se immagino che tale processo non sia automatico per coloro i quali si avvicinano a tale esperienza, il rebirthing non solo può rivelarsi efficace per superare disturbi di natura emozionale, ma può aiutare e stimolare un percorso interiore che conduca a una rilettura in chiave spirituale dell’esistenza.
Testimonianze di Rebirthing Transpersonale
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