Milano 11 ottobre 2010

Quando entriamo in contatto con la sofferenza interiore dovuta al senso di abbandono e privazione che abbiamo vissuto nell’infanzia, è come se entrassimo nel mondo di un bambino con un disperato bisogno di amore, un bambino che si sente solo, spaventato, inerme e desidera ardentemente che qualcuno si prenda cura di lui. Questo spazio interiore contiene un panico così intenso che gran parte della vita è per molti un continuo tentativo di evitarlo. E’ uno spazio che si apre ogni volta che qualcuno ci lascia o ci sentiamo isolati e soli. Spesso, nelle profondità dell’inconscio, crediamo che nessuno sarà mai lì per noi e questa convinzione si riflette nel modo in cui ci comportiamo nelle relazioni: quando siamo gelosi, o evitiamo l’intimità, o siamo terrorizzai all’idea di essere abbandonati, o pretendiamo di più dall’altro. La paura dell’abbandono provoca un estremo terrore, poiché da bambini abbiamo vissuto molte esperienze – in seguito per lo più rimosse – che ci diedero la sensazione che non saremmo sopravvissuti. Quando ci succede qualcosa che, inconsciamente, ricorda quelle esperienze, ci sembra di morire e siamo nel panico totale.