Milano 06 giugno 2011
E’ facile riconoscere i comportamenti del nostro bambino emozionale. Per mettere invece a nudo le emozioni che stanno dietro questi comportamenti occorre un ulteriore passo in profondità. Le paure sono ben radicate nella nostra mente e si basano su esperienze passate, alcune delle quali sono state dimenticate; inoltre, siccome il bambino è ferito, quando ne siamo dominati non ci sentiamo liberi o spontanei, ma pieni di vergogna, inadeguatezza, senso di inferiorità, tristezza, rabbia e sfiducia. Non ci sentiamo autosufficienti, al contrario ci sentiamo vuoti e aneliamo disperatamente che qualcuno colmi quel vuoto. Siamo spinti a cercare all’esterno il nostro benessere interiore.
Normalmente siamo molto identificati con lo stato mentale del bambino. Quando cattura la nostra coscienza – cosa che può accadere in qualsiasi momento, appena sentiamo la benché minima frustrazione o disturbo – sembra essere totalmente ciò che siamo. Essendo persi nelle nostre reazioni, subissati dalle aspettative o sopraffatti dall’insicurezza e dalla paura, ci è difficile immaginare che ciò accade solo perché il bambino emozionale dentro di noi ha preso il comando. Krishnananda