Milano 07 giugno 2010

Avere dentro di noi una fiducia reale non significa non provare mai sfiducia. Ma la sfiducia in questa caso è una risposta, nel qui e ora, basata su ciò che possiamo osservare in modo chiaro e non emotivo. Possiamo, coerentemente con ciò che osserviamo, sentiamo e sperimentiamo di una persona (o situazione), concludere che non sembra abbastanza sicuro e opportuno esporre la nostra vulnerabilità. Solo questo. Non c’è bisogno di reagire o arrabbiarci per il comportamento dell’altro, perché abbiamo compreso che non ci sono garanzie quando ci apriamo a qualcuno. E’ dunque una decisione presa su una base di chiarezza e accettazione di come le cose sono, non in base a come vorremmo che fossero. Questo tipo di chiara percezione ci permette di discernere e di aprirci quando ci sentiamo al sicuro e accolti, restando invece chiusi se sentiamo che la situazione lo richiede, vedendola per quello che è. Inoltre se siamo radicati nella fiducia, quando qualcuno ci tratta male o ci inganna, è molto più facile circoscrivere la nostra sfiducia a quella specifica situazione e non lasciare che condizioni il nostro intero atteggiamento verso la vita e gli altri. (Krishnananda)