Milano 14 marzo 2012
E’ facile riconoscere i comportamenti del nostro
bambino emozionale. Per mettere invece a nudo le
emozioni che stanno dietro questi comportamenti
occorre un ulteriore passo in profondità. Le paure
sono ben radicate nella nostra mente e si basano su
esperienze passate, alcune delle quali sono state
dimenticate; inoltre, siccome il bambino è ferito,
quando ne siamo dominati non ci sentiamo liberi o
spontanei, ma pieni di vergogna, inadeguatezza,
senso di inferiorità, tristezza, rabbia e sfiducia. Non
ci sentiamo autosufficienti, al contrario ci sentiamo
vuoti e aneliamo disperatamente che qualcuno colmi
quel vuoto. Siamo spinti a cercare all’esterno il nostro
benessere interiore.
Normalmente siamo molto identificati con lo stato
mentale del bambino. Quando cattura la nostra
coscienza – cosa che può accadere in qualsiasi
momento, appena sentiamo la benché minima
frustrazione o disturbo – sembra essere totalmente
ciò che siamo. Essendo persi nelle nostre reazioni,
subissati dalle aspettative o sopraffatti dall’insicurezza
e dalla paura, ci è difficile immaginare che ciò accade
solo perché il bambino emozionale dentro di noi ha
preso il comando. Krishnananda