Milano 25 marzo 2010

L’insegnamento dei valori umani, del rispetto per se stessi e per gli altri era un tempo generalmente considerato pertinenza della religione o della famiglia. Ma la religione non è più un punto di riferimento fondamentale per molte persone e la famiglia, per ragioni che non esploro qui, è spesso fonte di problemi e conflitti più che il luogo in cui trovare quel giusto sostegno che permette uno sviluppo armonico della personalità. La scuola ha abdicato a questo compito, limitandosi a fornire (male) un’ istruzione che non appassiona e che non aiuta a comprendere se stessi e il mondo né a sentirsi parte della collettività umana. I tempi in cui don Milani coniava il motto “I Care” per la sua scuola di Barbiana sembrano preistoria. Inoltre, la spiritualità e la vita contemplativa vengono ridotte spesso a retaggi del passato o a esotiche escursioni in altre culture . In questo momento, in cui si dispone della pseudolibertà di fare quello che si vuole, senza però aver punti di riferimento certi, ci si ritrova smarriti. Aumenta il senso di insicurezza e di paura del futuro anche perché il modello socio-economico della nostra epoca mostra sempre più la sua inadeguatezza a fronteggiare i problemi enormi di un mondo globale, perché la politica ha perduto il senso della sua missione e ogni moralità, perché governanti e amministratori che dovrebbero occuparsi di migliorare le condizioni di vita dei cittadini pensano solo ai propri interessi personali e non esitano a infrangere spesso impunemente le leggi. Ci viene imposto uno stile di vita inutilmente frenetico, con l’imperativo dell’apparire, del consumare e del possedere a ogni costo anche a scapito degli altri. Il prevalere di tutto quello che è esteriore e materiale sull’interiorità e la ricerca di se stessi, la mancanza di una educazione e di una cultura che favorisca il sentirsi responsabili delle proprie azioni e dei propri comportamenti lasciano poco spazio alla ricerca di una fonte d’ispirazione autentica che dia direzione, profondità, senso e coerenza alle nostre vite. Eppure siamo chiamati oggi proprio a una “con-versione”. E’ assolutamente necessario ritrovare valori e regole di vita, senso di responsabilità, riconoscimento dell’inganno nascosto nell’egoismo e nell’egocentrismo. L’evoluzione del mondo richiede, come dice Ken Wilber, un’evoluzione del nostro livello di coscienza che si fondi sulla chiara percezione dell’inter-essere, sulla comprensione dell’interrelazione di tutto con tutto, sulla gentilezza e la compassione. “I care” deve tornare di moda.