Milano 03 giugno 2011
Nella mia ricerca ho scoperto che quando penetro in profondità nello stato del bambino emozionale ci sono due aspetti. Il primo, ciò che è manifesto, è costituito dai comportamenti che condizionano la nostra vita quando siamo catturati dal bambino emozionale: 1) reazione e controllo, 2) aspettative e pretese, 3) compromesso, 4) assuefazione e 5) pensiero magico. Sono le cinque facciate che l’altro si trova davanti quando si relaziona con noi. Dietro questi comportamenti c’è un’altra parte, più profonda, costituita dalle emozioni dello stato mentale del bambino ferito: 1) paura e choc, 2) vergogna e insicurezza, 3) bisogno e vuoto, 4) angoscia e 5) sfiducia e rabbia.
Dirò subito qualcosa a proposito di ciascuno dei cinque comportamenti ed emozioni, ma li tratterò più dettagliatamente nei successivi capitoli.
Quando siamo nello stato mentale del bambino reagiamo in modo automatico agli eventi della vita. Le reazioni sono determinate dalla paura che se non reagiamo ci accadrà qualcosa di brutto o non riusciremo a ottenere ciò di cui abbiamo bisogno. Dallo stimolo passiamo automaticamente alla reazione, senza alcuna consapevolezza di cosa stia succedendo e perché; lo spazio tra lo stimolo e la reazione è infinitesimale. Reagiamo così velocemente e automaticamente perché sentiamo che è questione di vita o di morte. Sempre. Reagiamo tutte le volte che ci sentiamo minacciati, reagiamo per soddisfare i nostri bisogni, reagiamo quando non ci sentiamo al sicuro, amati e apprezzati. Krishnananda