Milano 07 giugno 2011

Sempre, durante i vent’anni in cui sono stato col mio maestro spirituale, il suo più importante messaggio è stato di imparare a osservare. Ci ha sempre detto che la meditazione è la sola medicina che ha da darci, la cura per ogni nostra sofferenza. Ma per far sì che continuassimo ad ascoltare, che continuassimo a “comprare” la medicina, ha dovuto escogitare molte graziose confezioni. Krishnananda Possiamo applicare l’osservazione a qualsiasi aspetto della nostra vita, ma ho notato che comprendere le nostre difficoltà nelle relazioni – la nostra autostima compromessa e molti dei nostri modelli di comportamento – significa imparare a osservare il nostro bambino emozionale in tutte le sue forme. Tutti noi abbiamo questa capacità di osservare, di contenere e comprendere, ma ci vuole pratica per sviluppare queste qualità. All’inizio viviamo per lo più nello stato mentale del bambino e l’osservare è raro o del tutto assente. Passiamo dallo stimolo alla reazione come dei robot, senza capire perché ci sentiamo e ci comportiamo in un certo modo. Lo stato del bambino non ha consapevolezza di sé, è meccanico, automatico e ripetitivo, ma quando cominciamo a osservare e a comprendere di più lo spazio interiore del nostro bambino emozionale, la capacità di essere un “testimone” si approfondisce e la nostra consapevolezza matura. Krishnananda